Le diverse comunità a qualunque tradizione religiosa appartengano o anche le comunità laiche manifestano segni di speranza, indicano percorsi di profezia, tracciano cammini di dialogo quando vivono una spiritualità, una “fede-fiducia esistenziale” che supera la mera religiosità. Così i profeti esistono solo in virtù della comunità in nome della quale parlano. Identificata questa realtà come riconoscere i segni, come individuare le tracce, come conoscere le parole che provengono da queste comunità così da coglierne l’autenticità del cammino e confrontarsi con la realtà della proposta? Come poter gareggiare a vicenda nelle opere buone se non conosciamo e riconosciamo i segni di profezia, speranza e dialogo che abbondano nel giardino del nostro vicino?
Nel caso di cristiani e musulmani, ma questo vale per tutti i credenti e per tutti gli uomini, la fede-fiducia esistenziale «porta il credente a vedere nell’altro un fratello [e una sorella] da sostenere e da amare». Ecco che in nome di Dio, dell’essere umano e della creazione è necessario firmare un patto, entrare in un’alleanza. Si tratta di: «adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio». Il grido della Terra, il lamento dei poveri, la negazione del trascendente quando corrisponde all’esaltazione dell’individuo che ha smesso di essere persona, sono tutti segnali palesi della crisi nella quale viviamo. Mai come in questo momento, però, si fa sempre più chiara una considerazione: nessuna filosofia, nessuna religione e nessun cammino può da solo dare conto della vastità e complessità della condizione spirituale, esistenziale e materiale che siamo chiamati ad affrontare come uomini e donne in relazione tra di noi, con il creato e il Trascendente. Se questa si palesa come impresa titanica, un buon inizio è la conoscenza reciproca, nostra e dei nostri vicini, così da poterne apprezzare le ricchezze e vederne i limiti e poter crescere insieme attraverso il confronto e il dialogo. Tutto ciò dovrebbe stimolare in ognuno di noi un sentimento di fratellanza che travalica le appartenenze culturali e religiose, socio-economiche e geografiche.
Sulla base di questo sfondo la Comunità Missionaria Intergentes propone quale Cammino di dialogo interreligioso nell’anno 2021-22 di andare al cuore delle diverse comunità così da poterle conoscere nei loro segni di speranza, profezia e dialogo ed essere stimolati a vivere una fratellanza umana interreligiosa. Come afferma Francesco:
Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. Tra tutti: «Ecco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato […]. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! […] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme». Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli! (FT 8).
[…] della comunità: profezia, speranza, dialogo. Verso una fratellanza interreligiosa”. Infatti, come si legge sul loro sito: «Comunità Missionaria Intergentes propone quale Cammino di dialogo interreligioso nell’anno […]