Da sempre gli uomini hanno cercato di diventare dèi, di innalzarsi sugli altri uomini, e “diventerete come Dio” è la menzogna dell’antico serpente (Gen 3,5). Gli uomini avevano collocato la divinità nel più alto dei cieli (“Non è forse Dio nell’alto dei cieli?”, Gb 22,12… “Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono… mi farò uguale all’Altissimo“, Is 14,12.14)
Con il Natale, invece, Dio diventa uomo, abbassandosi al livello di ogni altra creatura. Solo la”follia di Dio” (1 Cor 1,25) poteva spingere l’Altissimo non solo a diventare un uomo, ma a rimanerlo: il Signore “spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini” (Fil 2,7).
Con la nascita di Gesù, Dio non è più lo stesso e l’uomo neanche. È cambiato completamente il rapporto tra Dio e gli uomini, e tra questi e il loro Signore.
Con il Natale si è capito perché. Non bisogna salire per incontrare il Signore, ma scendere, perché in Gesù Dio si è fatto uomo, profondamente umano e si è messo a servizio degli uomini.
Con Gesù Dio non è più da cercare, ma da accogliere (“A quanti l’hanno accolto…“, Gv 1,12). Lui è il “Dio con noi” (Mt 1,23), e chiede di essere accolto e con lui, e come lui, andare verso ogni persona per inondarla del suo amore e rendere il mondo più umano.
Più si è umani e più si libera il divino che è già in noi. È questa la meravigliosa sorpresa del Natale del Signore.