TEMA: La gioia dell’esperienza della Rivelazione
TESTO CRISTIANO
Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
A quella vista il fariseo che l’aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». […]
E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati» (Lc 7,36-39.44-48)
TESTO ISLAMICO
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
Per la luce del mattino,
per la notte quando si addensa:
il tuo Signore non ti ha abbandonato e non ti disprezza
e per te l’altra vita sarà migliore della precedente.
Il tuo Signore ti darà [in abbondanza] e ne sarai soddisfatto.
Non ti ha trovato orfano e ti ha dato rifugio?
Non ti ha trovato smarrito e ti ha dato la guida?
Non ti ha trovato povero e ti ha arricchito?
Dunque non opprimere l’orfano,
non respingere il mendicante,
e proclama la grazia del tuo Signore. (Sura al-Duha (93), 1-11)
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Massime per lo svolgimento dello Scriptural Reasoning
Al centro della collegialità dello Scriptural Reasoning c’è la lettura e l’interpretazione dei testi selezionati dalla Tanakh, Antico Testamento/Nuovo Testamento e Corano in piccoli gruppi, ispirata dalla pratica ebraica della chevruta, e anche (nel caso in cui ci sia più di un gruppo) in sessioni plenarie che spesso hanno lo scopo di affrontare temi più teoretici, filosofici, teologici e di “carattere pubblico” riguardo allo studio del testo e di discutere questioni in merito al processo seguito dal gruppo, all’autorità e agli sviluppi futuri.
Quando lo Scriptural Reasoning è utilizzato da studiosi ebrei, cristiani e musulmani, la priorità dello studio in piccoli gruppi significa che ognuno diventa il primo a mettere sul tavolo la propria Scrittura, un libro molto studiato e amato. Questi studiosi portano con sé anche ciò che Aref Nayed ha chiamato la loro “libreria interna”: tutto ciò che hanno imparato non solo attraverso attività legate direttamente alla loro tradizione religiosa come nello studio, nella preghiera, nel culto e nell’esperienza ma anche ciò che hanno imparato attraverso qualsiasi disciplina accademica che abbiano mai studiato e anche, chiaramente, elementi di diversi contesti culturali, artistici, economici, politici e sociali.
Un’immagine ricorrente usata per descrivere le dinamiche sociali di questo incontro è quella dell’ospitalità (e le risorse di ogni Scrittura sull’ospitalità sono state spesso oggetto di studio). Si tratta di un’ospitalità reciproca a triplo senso: ognuno ospita gli altri ed è ospitato a sua volta in quanto accoglie gli altri due nella sua “casa” (la Scrittura della sua comunità) e nelle sue tradizioni di interpretazione. Come in ogni forma di ospitalità, lo studiare insieme è reso possibile dalla disponibilità ad osservare alcune abitudini e linee guida che sono state sviluppate grazie all’esperienza accumulata nel corso del tempo. Si tratta di una sapienza prudente della pratica dello Scriptural Reasoning e, come molte abitudini, si imparano meglio attraverso la pratica quando le si vede applicate, le si imita o si improvvisa a partire da quella base. Di seguito una selezione, sotto forma di massime, delle abitudini più importanti da osservare per mantenere la collegialità:
- Riconoscete la sacralità della Scrittura degli altri per loro (senza dover riconoscere questa sacralità a livello personale). Ognuno crede in modi differenti (che possono essere discussi) che la propria Scrittura viene in qualche modo da Dio e che il gruppo la interpreta davanti a Dio, alla presenza di Dio.
- I “madrelingua” che invitano gli altri all’interno della loro Scrittura e tradizione devono riconoscere che non posseggono in maniera esclusiva le proprie Scritture. Non sono esperti del suo significato finale. Gli ospiti devono riconoscere che i padroni di casa devono essere interrogati e ascoltati attentamente come una corte di primo (e non ultimo) appello.
- Lo scopo non è di raggiungere il consenso – ciò può accadere ma è molto più probabile che la conclusione sia il riconoscimento delle profonde differenze.
- Non spaventatevi delle discussioni che sono parte di una maniera intellettualmente onesta di rispondere alle differenze. Parte dell’ospitalità reciproca è imparare a discutere con cortesia e verità e ogni tradizione così come ogni disciplina accademica abbraccia pratiche complesse di discussione e contesa.
- Ricorrete a risorse accademiche condivise per costruire una comprensione comune. Membri di differenti comunità religiose possono essersi formati nello stesso settore o condividere una filosofia (pragmatismo, realismo critico, fenomenologia, idealismo).
- Datevi tempo per leggere e rileggere, per considerare molte domande e possibilità, per lasciare che i testi si aprano all’interno delle loro tradizioni di interpretazione e in relazione (spesso senza precedenti) con le altre, per rimanere con un testo senza risolverne in maniera prematura le difficoltà e per esplorarne le profondità.
- Leggete e interpretate con l’ottica di raggiungere lo scopo di Dio della pace fra tutti. Questa speranza condivisa (anche se specificata in maniere diverse) può sostenere la voglia di resistere nonostante le inevitabili differenze, malintesi, scontri e risentimenti.
- Siate aperti alla possibilità che l’ospitalità reciproca si trasformi in amicizia. Ogni tradizione dà un gran valore all’amicizia e, quando questi legami nascono, li si possono considerare come l’anticipazione più tangibile della pace futura.
Fonte: Ford, David, “An Interfaith Wisdom: Scriptural Reasoning Between Jews, Christians and Muslims” in David Ford and C. C. Pecknold (eds), The Promise of Scriptural Reasoning (Malden: Blackwell Publishing, 2006), pp. 4-6
Tradotto e arrangiato da Elena Dini
Regole d’Oro per lo Scriptural Reasoning
- attenersi ai testi selezionati nei propri commenti
- ascoltare attentamente gli altri partecipanti
- lasciare lo spazio e il tempo a tutti di esprimersi
- evitare di entrare in dinamiche di “botta e risposta” che limitano la conversazione a pochi partecipanti
- rispettare l’importanza del testo sacro per gli altri partecipanti e l’opinione di ciascuno
- evitare generalizzazioni (“i cristiani pensano che…”) e parlare in prima persona (“io credo che…”)
- non attendersi di arrivare ad un punto di accordo ma gioire nel vedere la ricchezza delle differenze
“In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso…” La sensazione che mi da la lettura di questi versetti è di una vicinanza forte del divino. Un Dio che si manifesta attraverso chi mi ama e mi accompagna in tutti i momenti della mia vita. “Ed ecco una donna, una peccatrice…” quello che mi colpisce e mi fa ritrovare personalmente della manifestazione di amore della donna verso Gesù è questo susseguirsi di gesti senza parole, una richiesta silenziosa, ma esplicita, di attenzione verso la propria condizione di vita e nelle stesso tempo richiesta di amore.
Trovarsi nel mezzo di due testi sacri di tradizioni differenti. Cominciare a vivere tra due mondi di simboli e significati. Gettare un primo sguardo nella stanza della fede del mio fratello o sorella musulmana e scoprire che le pareti sono rosse della misericordia di Dio; misericordia che credevo abitare solo i miei spazi. Farò memoria di questo tesoro scoperto nel campo aperto della vita.