Cammino di Dialogo Interreligioso – Incontro del 26 febbraio 2021
TESTO CRISTIANO
Ma l’angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto». Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. (Mt 28,5-9)
TESTO ISLAMICO
Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l’Islam … O voi che credete! Quando vi levate per la preghiera, lavatevi il volto, le mani (e gli avambracci) fino ai gomiti, passate le mani bagnate sulla testa e lavate i piedi fino alle caviglie. Se siete in stato di impurità, purificatevi. Se siete malati o in viaggio o uscendo da una latrina o dopo aver accostato le donne non trovate acqua, fate la lustrazione con terra pulita, passandola sul volto e sugli avambracci. Allah non ve vuole imporre nulla di gravoso, ma purificarvi e perfezionare su di voi la Sua grazia affinché siate riconoscenti. (Corano 5,3.6)
Massime per lo svolgimento dello Scriptural Reasoning
Al centro della collegialità dello Scriptural Reasoning c’è la lettura e l’interpretazione dei testi selezionati dalla Tanakh, Antico Testamento/Nuovo Testamento e Corano in piccoli gruppi, ispirata dalla pratica ebraica della chevruta, e anche (nel caso in cui ci sia più di un gruppo) in sessioni plenarie che spesso hanno lo scopo di affrontare temi più teoretici, filosofici, teologici e di “carattere pubblico” riguardo allo studio del testo e di discutere questioni in merito al processo seguito dal gruppo, all’autorità e agli sviluppi futuri.
Quando lo Scriptural Reasoning è utilizzato da studiosi ebrei, cristiani e musulmani, la priorità dello studio in piccoli gruppi significa che ognuno diventa il primo a mettere sul tavolo la propria Scrittura, un libro molto studiato e amato. Questi studiosi portano con sé anche ciò che Aref Nayed ha chiamato la loro “libreria interna”: tutto ciò che hanno imparato non solo attraverso attività legate direttamente alla loro tradizione religiosa come nello studio, nella preghiera, nel culto e nell’esperienza ma anche ciò che hanno imparato attraverso qualsiasi disciplina accademica che abbiano mai studiato e anche, chiaramente, elementi di diversi contesti culturali, artistici, economici, politici e sociali.
Un’immagine ricorrente usata per descrivere le dinamiche sociali di questo incontro è quella dell’ospitalità (e le risorse di ogni Scrittura sull’ospitalità sono state spesso oggetto di studio). Si tratta di un’ospitalità reciproca a triplo senso: ognuno ospita gli altri ed è ospitato a sua volta in quanto accoglie gli altri due nella sua “casa” (la Scrittura della sua comunità) e nelle sue tradizioni di interpretazione. Come in ogni forma di ospitalità, lo studiare insieme è reso possibile dalla disponibilità ad osservare alcune abitudini e linee guida che sono state sviluppate grazie all’esperienza accumulata nel corso del tempo. Si tratta di una sapienza prudente della pratica dello Scriptural Reasoning e, come molte abitudini, si imparano meglio attraverso la pratica quando le si vede applicate, le si imita o si improvvisa a partire da quella base. Di seguito una selezione, sotto forma di massime, delle abitudini più importanti da osservare per mantenere la collegialità:
- Riconoscete la sacralità della Scrittura degli altri per loro (senza dover riconoscere questa sacralità a livello personale). Ognuno crede in modi differenti (che possono essere discussi) che la propria Scrittura viene in qualche modo da Dio e che il gruppo la interpreta davanti a Dio, alla presenza di Dio.
- I “madrelingua” che invitano gli altri all’interno della loro Scrittura e tradizione devono riconoscere che non posseggono in maniera esclusiva le proprie Scritture. Non sono esperti del suo significato finale. Gli ospiti devono riconoscere che i padroni di casa devono essere interrogati e ascoltati attentamente come una corte di primo (e non ultimo) appello.
- Lo scopo non è di raggiungere il consenso – ciò può accadere ma è molto più probabile che la conclusione sia il riconoscimento delle profonde differenze.
- Non spaventatevi delle discussioni che sono parte di una maniera intellettualmente onesta di rispondere alle differenze. Parte dell’ospitalità reciproca è imparare a discutere con cortesia e verità e ogni tradizione così come ogni disciplina accademica abbraccia pratiche complesse di discussione e contesa.
- Ricorrete a risorse accademiche condivise per costruire una comprensione comune. Membri di differenti comunità religiose possono essersi formati nello stesso settore o condividere una filosofia (pragmatismo, realismo critico, fenomenologia, idealismo).
- Datevi tempo per leggere e rileggere, per considerare molte domande e possibilità, per lasciare che i testi si aprano all’interno delle loro tradizioni di interpretazione e in relazione (spesso senza precedenti) con le altre, per rimanere con un testo senza risolverne in maniera prematura le difficoltà e per esplorarne le profondità.
- Leggete e interpretate con l’ottica di raggiungere lo scopo di Dio della pace fra tutti. Questa speranza condivisa (anche se specificata in maniere diverse) può sostenere la voglia di resistere nonostante le inevitabili differenze, malintesi, scontri e risentimenti.
- Siate aperti alla possibilità che l’ospitalità reciproca si trasformi in amicizia. Ogni tradizione dà un gran valore all’amicizia e, quando questi legami nascono, li si possono considerare come l’anticipazione più tangibile della pace futura.
Fonte: Ford, David, “An Interfaith Wisdom: Scriptural Reasoning Between Jews, Christians and Muslims” in David Ford and C. C. Pecknold (eds), The Promise of Scriptural Reasoning (Malden: Blackwell Publishing, 2006), pp. 4-6
Tradotto e arrangiato da Elena Dini
Regole d’Oro per lo Scriptural Reasoning
- attenersi ai testi selezionati nei propri commenti
- ascoltare attentamente gli altri partecipanti
- lasciare lo spazio e il tempo a tutti di esprimersi
- evitare di entrare in dinamiche di “botta e risposta” che limitano la conversazione a pochi partecipanti
- rispettare l’importanza del testo sacro per gli altri partecipanti e l’opinione di ciascuno
- evitare generalizzazioni (“i cristiani pensano che…”) e parlare in prima persona (“io credo che…”)
- non attendersi di arrivare ad un punto di accordo ma gioire nel vedere la ricchezza delle differenze
L’incontro di ieri mi richiama alla mente queste parole di Pierre-François de Béthune:
«Diviene in effetti evidente che tutte le culture e tutte le religioni hanno ormai bisogno le une delle altre per restare fedeli alla parte migliore di se stesse. Così, per esempio, i discepoli di Cristo che le circostanze portano ad incontrare degli stranieri (ed è orami il caso di quasi tutti) scoprono di poter vivere la propria conversione al Vangelo in questo registro del dialogo».
Incontrarsi, dunque, per restare fedeli alla parte migliore di se stessi.
“Incontrarsi , dunque, per restare fedeli alla parte migliore di se stessi” questo è un concetto così bello, così intenso e così moderno, questo dovrebbe essere uno concetto alla base delle nostre società ormai così complesse e globalizzate che uniscono tanta diversità. Allontanarsi così tanto dalla propria routine, dalla propria comfort zone attraverso un viaggio forse per scappare da se stessi in alcuni casi ma che in realtà non fanno che ricondurci al nostro Io, a fare pace con la nostra anima. Come un viaggio, fisico o mentale, fatto per allontanarci ma che ci avvicina solamente. Conosciamoci, riflettiamo insieme sul creato e il Creatore e consolidiamo legami d’amicizia.
Grazie infinite per questo bellissimo percorso per la conoscenza di noi stessi.
Risonanza: è quello che banalmente mi fa pensare il titolo di questa attività, traducendolo forse in maniera macheronica. Ma è proprio questo che mi induce a pensare, una risonanza che i versi richiamano e che dalla mente scendono in profondità.
Ed ecco cosa mi è “risuonato”, la sensazione che mi ha dato leggere questi versi. Prima della festa c’è una certa eccitazione, una brama, direbbere gli antichi; è come tutto fosse sospeso; la sensazione di qualcosa di la da gustare; il bello che deve ancora venire ma sta per accadere. Per la festa io mi preparo. Ho quell’idea nella mente, va nel cuore e, intanto, mi preparo. Mi “purifico” all’esterno per essere purificato “dentro”. Si, perché, col tempo prendo coscienza sempre più che non sono perfetto e che non lo sono fintanto che non c’è quell’incontro con Colui che è perfetto. E per farmelo capire è Lui che si fa imperfetto, per me.
Esperienza di Scriptural Reasoning davvero preziosa. La mia timidezza ha goduto dell’ascolto nel confronto e nella riflessione. La recitazione emozionante di Zorha dei 2 passi coranici ha interrogato il mio modo di vivere e sentire la Parola. L’ospitalità offerta dai partecipanti, discreta e stimolante, mi ha colorato lo sguardo di nuove sfumature. Un grazie di cuore per avermi regalato domande senza suggerire risposte
Grazie a lei per aver partecipato, purtroppo per il poco tempo a disposizione non ci siamo potuti presentare singolarmente.
In attesa del prossimo incontro per poter continuare la nostra conoscenza e magari per raccontarci i pensieri venuti fuori per tentare di rispondere alla nostre domande.
Le auguro una buona giornata.
Zohra
Giacinto Melillo segnala questi due link interessanti . Soprattutto il secondo che riguarda il XXIV Festival del Dialogo Interreligioso (23/2 – 02/03).
https://www.ibs.it/niente-di-questo-mondo-ci-libro-vari/e/9788885747432?inventoryId=197371408
https://www.tertiomillenniofilmfest.org/